Le espressioni matematiche: ricordi d’infanzia o incubo da adulti?
Ricordate le espressioni matematiche dalle lezioni di scuola? Sì, proprio quelle con numeri, lettere e parentesi che a volte sembravano un codice segreto da decifrare. Ora, mettiamo un po’ di luce su questa parte così essenziale della matematica che ci aiuta a passare dall’aritmetica all’indispensabile mondo dell’algebra.
Non è raro che le persone risveglino ricordi contrastanti sui banchi di scuola, dove si affrontava la sfida delle espressioni matematiche, talvolta con un sorriso, altre volte con meno entusiasmo. È sorprendente pensare quanto tempo, forse un paio di minuti, occupino ancora nella mente degli adulti per risolvere piccoli quesiti matematici che sembrano banali a prima vista.
Quanta matematica si nasconde nelle espressioni?
Arriva il momento in cui ogni studente si trova davanti a queste espressioni, solitamente attorno alla tenera età delle scuole medie, in quella che è una sorta di inaugurazione dell’algebra. Rappresentano un vero e proprio percorso di scoperta sulle operazioni e i numeri, un allenamento mentale preparatorio a sfide future, più articolate, nel vasto mare della matematica applicata e non solo.
Ma come tutte le cose nella vita, le espressioni matematiche seguono delle regole: l’ordine delle operazioni è sacro in questo contesto. Partendo dalle potenze per poi passare a moltiplicazioni e divisioni, per finire con addizioni e sottrazioni. E le parentesi? Quelle vanno risolte prima di tutto il resto, e attenzione alla gerarchia tra parentesi tonde, quadre e graffe.
Come ci prendiamo la rivincita su queste espressioni?
Ecco un esempio semplice: immaginate di avere davanti l’espressione 36 + (13 – 4×2). Iniziamo con le parentesi. Dobbiamo moltiplicare per primi il 4 con il 2, il che ci dà 8. Questo otto va sottratto al 13 all’interno delle parentesi. Semplice, giusto? Resta 5. Adesso aggiungete il 36 al 5 e ta-dan: 41 è il risultato finale.
Non è così pauroso, vero? Con un po’ di metodo e rispettando le regole, anche le espressioni che sembrano un rebus diventano un gioco da ragazzi. Le espressioni matematiche non si fanno intimidire facilmente e rappresentano una bella palestra per il nostro problem solving e per affilare il pensiero critico.
Si può dire che queste formule e calcoli ci accompagnano verso un’ulteriore comprensione del magico mondo dei numeri. E anche se a volte possono richiamare alla mente momenti di ansia e panico scolastico, servono a mantenere in esercizio il nostro cervello, stimolandolo in maniera unica. Ma ora la domanda è: queste formule matematiche per voi erano appassionanti sfide o ostacoli insormontabili?
“La matematica è l’alfabeto con il quale Dio ha scritto l’universo”, affermava Galileo Galilei, sottolineando l’importanza fondamentale di questa disciplina nello studio e nella comprensione del mondo che ci circonda. Le espressioni matematiche, spesso temute e mal comprese fin dai banchi di scuola, rappresentano non solo un crocevia essenziale per l’affermazione dell’aritmetica ma anche un ponte verso il vasto e complesso mondo dell’algebra. La difficoltà che molti adulti incontrano nel risolvere espressioni come 36 + (13 – 4×2) non è tanto un segno di incapacità quanto un monito sulla necessità di mantenere allenato il cervello con “test mentali” che, seppur semplici, richiamano le basi del pensiero logico-matematico. In un’era dominata dalla tecnologia, dove le soluzioni sembrano essere a portata di click, riscoprire il valore educativo e formativo della matematica, a partire dalle sue espressioni più basilari, diventa un imperativo per non perdere quella capacità di ragionamento critico che ci rende esseri umani unici e capaci di affrontare sfide ben più complesse di una semplice operazione aritmetica.